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VOGLIO IMMAGINARE UN FUTURO DI PACE

30/11/2005 23:00

Dana Bar

PACE, GIUSTIZIA,

VOGLIO IMMAGINARE UN FUTURO DI PACE

Spero, anzi voglio immaginare un futuro di pace, senza guerre di alcun tipo, terrorismo, occupazioni e in un clima di convivenza pacifico. A parlare è Dana ...

contributo di DANA BAR (Obiettrice israeliana)

in Comportamenti di Pace edizione 2005 (appendice)

 

Spero, anzi voglio immaginare un futuro di pace, senza guerre di alcun tipo, terrorismo, occupazioni e in un clima di convivenza pacifico. A parlare è Dana Bar, rappresentante del movimento degli studenti israeliani che rifiutano la leva in un esercito di occupazione. L’abbiamo incontrata a Roma, dove nel febbraio 2004 ha tenuto alcuni incontri per sollecitare l’opinione pubblica internazionale, ed in particolare quella italiana a sostenere la lotta condotta dagli obiettori israeliani. 
Il movimento degli Shministim nasce nel 2001 quando viene concordato il testo di una prima lettera con 62 firme di militari israeliani, indirizzata al Primo ministro nella quale si condanna l’occupazione dei territori palestinesi del 1967, i crimini di guerra israeliani e si indica un collegamento tra l’aggressione israeliana e l’aumento di attacchi contro cittadini israeliani da parte di palestinesi. Nel frattempo la situazione politica precipita, ed il numero degli obiettori cresce sempre più e si struttura in movimento, convinti che per spezzare l’assurda spirale di violenza occorre un importante segno personale di rottura con il sistema.

 

In un esercito dalle salde tradizioni come quello israeliano come mai sono cominciate a nascere delle obiezioni così forti e radicali?

L’esercito israeliano è tradizionalmente molto radicato in Israele. E’ impossibile non esserne coinvolto ed è raro non entrarvi. Per questo la nostra missione è rivoluzionaria rispetto alle tradizioni del nostro Paese.

 

Quale è stata la reazione a queste dichiarazioni di obiezione da parte delle Forze Armate, del Governo e dell’opinione pubblica?

Le Forze Armate, ovviamente, non sono contente per quello che stiamo facendo. Obiettare diventa ogni giorno più difficile per noi, la vita ci è resa molto difficile. 
L’opinione pubblica è scissa in due. Una parte è estremamente orgogliosa e pensa che noi stiamo facendo grandi cose; un’altra ci vede come traditori in considerazione del fatto che le Forze Armate in Israele sono molto importanti. Tutto è reso più difficile dal fatto che ti viene sempre chiesta la tua opinione sulle Forze Armate negli incontri di lavoro, nelle interviste all’università, ecc. 
La cosa che noi vogliamo far capire  che stiamo lottando per un futuro migliore.

 

In Israele, dove non è riconosciuta la possibilità di dichiararsi obiettori, quali conseguenze paga chi fa questa scelta?

Esiste una legge che prevede l’obiezione di coscienza per le donne. Tuttavia, questo non rende alle donne le cose più facili per uscire dalle Forze Armate ma almeno c’è una legge. Per gli uomini non esiste alcuna legge in tal senso dunque è estremamente più difficile non entrare nelle Forze Armate. Il prezzo da pagare per questo rifiuto possono essere molto pesanti, quale per esempio il carcere.

 

Quanti sono ad oggi gli obiettori e quanti di questi sono in carcere?

Al momento risultano iscritte 500 persone ma il numero è molto più alto. Non so indicarne il numero con esattezza così come non so quante persone siano in prigione. So di 5 persone in galera da 1 anno e so che a brevissimo vi entreranno anche due ragazze. Sicuramente ce ne sono altre di cui magari non si è parlato molto.  Il numero esatto si può trovare sul sito www.seruv.org, oppure su www.shministim.org/english/about.htm.

 

Tu come sei arrivata alla scelta dell’obiezione?

Personalmente, non mi sono mai immaginata come una combattente. Anche se fossi entrata nell’esercito non avrei mai voluto tenere in mano un’arma o partecipare ad azioni violente. 
Con il tempo questo mio essere è diventato il mio pensiero politico, non sono entrata nelle forze armate e sono stata dichiarata obiettrice di coscienza, rilasciata dall’esercito. Tutto qua. Nel mio caso la decisione non è stata difficile.

 

Che conseguenze hai dovuto pagare?

Le conseguenze non sono piacevoli. Molte persone mi chiedono come mai a 19 anni non sono nelle Forze Armate e di fronte alla mia spiegazione vengo trattata male e vedo che non si ascoltano le mie ragioni dicendo che non essendo nell’esercito non posso nemmeno parlare di queste cose. E’ dura.


Quale futuro immagini per il Medio Oriente?

Spero, anzi voglio immaginare un futuro di pace, senza guerre di alcun tipo, terrorismo, occupazioni e in un clima di convivenza pacifico.

 

Vi sentite sostenuti dall’opinione pubblica internazionale? Cosa possiamo fare da qui per sostenervi?

Prima di tutto, sarebbe auspicabile sentirsi più supportati dall’opinione pubblica internazionale. La cosa da fare a livello internazionale è principalmente dimostrare per mostrare che il Governo di Israele sta andando contro le leggi ed i regolamenti imprigionando gli obiettori di coscienza.